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il pifferaio magico di hamelin

il pifferaio magico di hamelin

Tra tutte le performance che mi sono trovato a fare durante la campagna elettorale, quella del pifferaio magico di Hamelin è la mia preferita.

A parte il fatto che nessuno mai aveva pensato di utilizzare un simile modo per comunicare un messaggio politico, la performance debordava dalla semplice azione di propaganda arrivando ad essere una sorta di impresa artistica in se e per se.

prima di me lo aveva fatto NELLO VEGEZZI

Del resto non ero il primo a farla, prima di me la mise in scena il poeta ed artista Nello Vegezzi, ci tempi nei quali ci voleva tanto coraggio in più per fare una cosa simile.

Io volli rendere omaggio a Vegezzi e non nascosi il fatto che la mia performance era la replica di quella che lui fece negli anni settanta.

Bellissima fu la fase preparatoria: Cesare Fiordaliso preparò i topolini con la sua macchina a controllo numerico per il taglio del legno.

Erano di cartone verniciato di arancione, colore che contraddistingue la campagna elettorale del centro sinistra a Piacenza da oltre un decennio, e quel genio di Fiordaliso le attaccò ad un foglio di cartone verniciato in grigio come il fondo della strada.

Recuperammo anche un amplificatore attaccato al telefonino che sistemammo in uno zainetto e che mi avrebbe permesso di suonare in playback.

La performance del pifferaio magico di hamelin venne replicata

La performance fu poi replicata l’ultimo giorno della campagna elettorale nel giardino davanti alla stazione.

Quella volta avevo due musicisti con me ed uno era un virtuoso del piffero tradizionale dell’appennino piacentino.

ecco come ho presentato l’evento alla stampa

Ho proposto una performance ai piacentini che entrerà nella storia della città: mi sono travestito da pifferaio magico e ho liberato la città dai topi. La performance è stata anche un omaggio a Nello Vegezzi, poeta e artista ribelle, che tanto ha dato a Piacenza ma che da Piacenza è stato troppo spesso vituperato e misconosciuto. Nello Vegezzi fece la stessa performance all’inizio degli anni settanta del secolo scorso, sconvolgendo la città. Senza nascondere la mia ammirazione per la lungimiranza di Vegezzi, ho dedicato a Piacenza un trionfo di topolini arancioni trascinati attraverso il Corso, Piazza Cavalli e via Cavour. La performance è stata intitolata IO DISSENTO, rifacendosi a una poesia contenuta nel volume “dal dissenso all’estetedotica”»

 

io dissento

per sentire

vedere giocare

e VIVERE

(Nello Vegezzi)

 

«Questi versi riescono a sintetizzare il senso della mia campagna elettorale fuori dall’ordinario, infatti giocare al candidato mi fa sentire vivo più che mai. Nello Vegezzi fu un grade poeta, forse il maggiore che la nostra città abbia mai partorito. Un giorno, tanti anni fa, decise di fare una performance in corso Vittorio Emmanuele: si vestì da pifferaio e, trascinando una moltitudine di topolini di legno e suonando il piffero, raggiunse il Po e li rovesciò nel fiume. Liberare la città dai topi significa liberarla da quelle stesse tossine che il grande Veggezzi aveva già intuito esistere. Piacenza deve liberarsi dalle bugie dei partiti. A Piacenza l’eccesso, come quello di Veggezzi, non è mai stat capito fino in fondo. Tranne in questo momento: io sto eccedendo e la gente mi capisce».

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